Open Factory diventa nazionale e apre le porte al pubblico di 50 stabilimenti in tutta Italia, come quello della Perugina o il museo del caffè Lavazza, i laboratori di ricerca dell’Eni e gli impianti di Snam. Partito a Nordest tre anni fa, ora la manifestazione raggiunge la sua dimensione nazionale. Domani si attendono infatti 15 mila visitatori per scoprire i segreti della manifattura Made in Italy.
«È un’iniziativa che negli anni ha riscosso un successo crescente», spiega l’economista Stefano Micelli, docente all’Università Ca’ Foscari Venezia che ha ispirato Open Factory.
La manifestazione è nata alcuni anni fa per portare le persone all’interno degli spazi della produzione, per far loro conoscere il mondo del lavoro e della manifattura, spesso rappresentato in maniera assolutamente anacronistica.
«A Maniago, un paesino sperduto della provincia di Pordenone – racconta Antonio Maconi, il curatore della manifestazione – ci sono già quasi mille persone registrate per andare a vedere gli ingranaggi di Siap, un’azienda del gruppo Carraro. Ma a centinaia si sono già prenotati per andare a visitare aziende come Dallara o Davines a Parma, Lem nell’aretino, gli stabilimenti di Univel a Mortara, Lodi e Vercelli».
In Veneto la lista di fabbriche, laboratori, centri di ricerca e musei aziendali aperti al pubblico è lunga. Si passa dagli aeroporti di Treviso e Venezia all’Unox di Padova, da Lago all’Antrax di Treviso. E ancora la Tecnoeka di Padova, il Colorificio San Marco di Marcon o la Keyline di Conegliano. Sul sito della manifestazione (www.open-factory.it) è possibile scoprire tutte le Open Factory e il programma di ciascuna azienda protagonista. E magari trovare ancora qualche posto libero per prenotarsi. Tutti gli eventi di Open Factory sono infatti a ingresso libero. È un progetto di ItalyPost, curato da Goodnet, con main partner Eni e Unipol. Partner della manifestazione è Nestlé, sustainability partner Conai.
