Dalle 14 si sono accesi i riflettori sulle Open Factory, in alcune delle quali si è raggiunto e superato il picco di oltre un migliaio di visitatori, come alla Siap di Maniago in provincia di Pordenone (Gruppo Carraro), dove sono stati organizzati ben 35 turni di visite, e alla Lago di Villa del Conte (Padova); sono stati oltre 500 i visitatori nella sede di Romano d’Azzelino (Vicenza) della Silgan D.S., così come alla Davines di Roncopascolo (Parma). In alcune aziende già da settimane si è registrato il tutto esaurito, con decine di persone in lista d’attesa: è il caso di Perugina e del Museo Lavazza, dove il gusto è protagonista, ma anche delle sedi aeroportuali di Venezia, Verona e Treviso, del Porto di Venezia, di Dallara a Parma, di Ratti in Brianza e di Unox nel padovano.
In centinaia hanno visitato eccellenze del biotech come Lima Corporate di Villanova di San Daniele del Friuli (Udine) o imprese metalmeccaniche come Galdi di Treviso e mG miniGears di Padova, il design automobilistico di Imperiale Group di Mirandola (Modena) o gli imballaggi di Castagna Univel, azienda in provincia di Lodi che ha aperto le porte anche a Vercelli con Filca Univel e a Pavia con Tecnopack Univel. In centinaia anche nei tre impianti che due colossi dell’energia hanno aperto in occasione di Open Factory: Eni apre infatti il Centro Ricerche per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente di Novara e il laboratorio di Bolgiano, a San Donato Milanese, mentre a Sergnano, in provincia di Cremona, in moltissimi hanno visitato l’impianto di compressione di Snam.
A Settimo Milanese Grc Parfum ha guidato i visitatori in itinerari olfattivi alla scoperta della creazione dei profumi, mentre a Torino, il gruppo CNH Industrial ha aperto l’Industrial Village, uno dei più importanti musei di veicoli industriali in Italia; a Resana (Treviso) Antrax IT ha fatto scoprire ai visitatori il “design del calore” con i termoarredi firmati da Matteo Thun, Daniel Libeskind, Marc Sadler, mentre The Bridge Bio, in provincia di Vicenza, ha esposto al pubblico che è riuscito a prenotarsi per tempo le proprie bevande, dessert e creme bio e vegan.
Ad Arezzo sono due le aziende di punta che hanno aperto le loro porte a centinaia di visitatori, UnoAerre, il celebre marchio legato al mondo dell’oreficeria, e Lem, un’industria da 500 dipendenti che affina gli accessori per i più importanti brand del lusso. Pochi chilometri più a Nord, a Prato, è stata invece un’azienda di filati, la Cofil, a rendere visibile i processi produttivi di una delle attività storicamente più importanti del distretto. Nella splendida cornice della Villa Panna, nel Mugello, in provincia di Firenze, si è potuto invece approfondire il valore dell’acqua, con gli esperti di Acqua Panna.
Nel modenese, Vem Sistemi reso visibile il suo centro specializzato nella cybersecurity, mentre in Lombardia, Tessuti di Sondrio ha guidato oltre 300 visitatori alla scoperta dello stabilimento di produzione di tessuti di cotone. In Veneto, protagoniste sono state Tecnoeka di Padova, Irsap di Arquà Polesine e la Keyline di Conegliano, Colorificio San Marco a Marcon, ma anche realtà legate alla logistica portuale come Multi Service, VTP-Venezia Terminal Passeggeri e Venezia Heritage Tower riunite dall’Autorità Portuale del Mare Adriatico Settentrionale in un percorso speciale alla scoperta del Porto di Venezia.
In occasione del proprio 50° anniversario, Cartotecnica Postumia di Carmignano del Brenta (Padova) ha aperto i propri impianti di progettazione, stampa e fabbricazione di imballaggi in carta per alimenti e shopper per il settore retail; i più piccoli invece sono stati i protagonisti da Primo (Morocolor) alla scoperta del processo di creazione della tempera, dell’acquerello e del colore stesso. La creatività è stata anche al centro dei laboratori di mosaico proposti a Udine da themissingpiece.it.
Non sono mancate anche quest’anno le aziende di servizio, come Considi (Grisignano di Zocco, Vicenza), che ha offerto ai partecipanti la possibilità di scoprire le demo di trasformazione lean realizzate secondo il modello Toyota, InovaLab, spin off del Laboratorio di Elettrotermia dell’Università di Padova, o Studio Pointer, che ha guidato i visitatori alla scoperta del graphic design.
Tra le sezioni speciali di quest’anno, Carnia Industrial Park ha coinvolto il pubblico, ma anche le istituzioni locali a partire dall’assessore regionale allo sviluppo economico, Sergio Bini, in un itinerario alla scoperta di tre aziende insediate ad Amaro (Udine): AMB, secondo produttore europeo di foil per l’agroindustria, Eurotech, eccellenza italiana nel settore della sensoristica e dell’internet of things, e Gortani, che ha mostrato le proprie tecnologie avanzate per la vitivinicoltura.
Un notevole pubblico – facendo registrare nella stragrande maggioranza di questi casi il tutto esaurito – ha assistito ai dibattiti in programma – come i dialoghi con Gianni Dal Pozzo, amministratore delegato Considi, Gian Carlo Ferretto, presidente Ferretto Group e Giorgio Santini, già segretario Cisl, sul libro di Paolo Bricco “Marchionne lo straniero. L’uomo che ha cambiato per sempre l’industria mondiale dell’auto” (Rizzoli), il convegno nella sede di Acqua Panna su “L’acqua: una risorsa preziosa per la salute e per il pianeta”, quello sulla visione tecnologica di Eurotech, gli incontri organizzati da Studio Pointer su impresa, cultura e sviluppo, la conferenza a Venezia Heritage Tower “Imprenditori 4.0, spunti e visioni: le nuove rotte del prodotto Italia. Tra eccellenze del passato e visioni future” o il seminario di Grc Parfum dedicato agli appassionati di profumo.
Come sempre, anche quest’anno sono stati particolarmente apprezzate le attività interattive, come i laboratori creativi organizzati da Keyline, quelli alla scoperta del colore da Primo e l’attività “Mani in pasta!” organizzata da Unox.
Grande successo anche per “Open Factory Schools”, l’anteprima per le scuole secondarie di secondo grado che ha visto, nella mattinata di venerdì 23 novembre, la partecipazione di 5.000 studenti da 50 istituti scolastici.
“Siamo molto soddisfatti del grande passo in avanti che abbiamo compiuto con questa prima edizione nazionale – ha dichiarato il curatore di Open Factory Antonio Maconi – soprattutto perché, in un momento nel quale il nostro Paese vive un momento di forte incertezza, significa che le nostre imprese hanno dato una prova di orgoglio e di apertura verso i propri territori”. “Il manifatturiero – conclude Maconi – fa parte del nostro Dna e oggi abbiamo capito che siamo in possesso di una cultura diffusa pronta a sostenerlo, anche attraverso una sua valorizzazione “turistica”.
Ma Open Factory non è stato solo un fenomeno di presenza fisica di 20.000 persone ma anche un grande evento “social” reso possibile grazie a una strategia di promozione digitale che ha permesso alle aziende e ai visitatori di raccontare “in diretta” lo svolgimento della manifestazione. Per tutto il pomeriggio, l’hashtag #openfactory18 è stato tra i trending topic di Twitter.
Un ringraziamento viene espresso dai promotori e organizzatori – ItalyPost, L’Economia del Corriere della Sera e Goodnet Territori in Rete – a tutte le aziende partecipanti, alle centinaia di loro collaboratori che hanno lavorato per preparare e realizzare l’evento, ai partner come Nestlè e Conaiche lo hanno sostenuto – e in particolare ai main partner Eni e UnipolSai – e ai visitatori che hanno condiviso la propria esperienza sui social.